Tra Ristori fantasma, rappresentanze inadeguate e politica distratta… la sola parola d’ordine è “Fare fronte comune”. A volte mi chiedo perché la ristorazione venga trattata male dalle istituzioni, nonostante valga il 30% del PIL del nostro paese! Negli ultimi 30 anni il settore non è stato in grado di conquistare la giusta attenzione della classe dirigente, presentandosi sempre frammentata in migliaia di associazioni più o meno influenti, ma non certamente forti da far sentire la propria voce, praticamente una continua latitanza sindacale della categoria, trascinandosi da più di cinque lustri un doppio problema: rappresentanza inadeguata e politica distratta. Ciò ha prodotto un cortocircuito inevitabile nel dialogo generando un’assenza di consapevolezza nel rappresentare un settore unico e non più diviso per categorie (gelatieri, pasticceri, cuochi, pizzaioli, eccetera) ma accomunato da un’importante singolarità, l’essere imprenditori. Il cibo è la prima ricchezza dell’Italia. Secondo quanto analizzato dalla C.G.I A di Mestre, la filiera alimentare nel suo insieme, ossia gelaterie, pasticcerie ristoranti ecc, vale in Italia la cifra di 90 miliardi di euro. Ciò significa che il mondo cibo nel Bel Paese rappresenta il 25% del PIL, di conseguenza il traino dell’economia italiana. Oltre a questo è importante sottolineare che dal punto di vista lavorativo, la ristorazione italiana conta 1,3 milioni di occupati, tutti numeri che il CODIV a ridimensionato in modo notevole.Tirando le somme ad un’anno esatto dall’inizio della pandemia, Il settore delle ristorazione ne esce devastato, la situazione è realmente drammatica: la perdita è stimata in 33 miliardi, con un crollo del 35% del fatturato, con 60 mila imprese a rischio chiusura e con oltre 300 mila posti di lavoro in bilico.Mai come questa volta siamo accomunati dallo stesso destino! Unico lato positivo della questione: creare un fronte comune. Abbiamo allora sentito l’esigenza di sederci insieme a un tavolo virtuale, e avviare una riflessione comune partendo da una sintesi incontrovertibile; non possiamo pretendere di chiedere al Governo semplicemente meno tasse, occorre un altro registro d’interlocuzione: formulare proposte adeguate, strutturate e credibili. Ma di cosa ha bisogno la ristorazione italiana per costruire il proprio futuro? Di un interlocutore istituzionale stabile capace di un’azione di pressione sul Governo per ottenere risultati. Per questo Insieme a tante associazioni che rappresentano la ristorazione Italiana abbiamo capito l’importanza di muoverci insieme e compatti, per far sì che il settore si riappropri della propria dignità.Le maggiori associazioni Italiane che hanno fatto fronte comune:
Conpait, Ambasciatori del Gusto, APAR Pasticceri reggini, Associazione Italiana Gelatieri, Accademia Maestri Pasticceri Italiani, Associazione Professionale Cuochi Italiani, Cibo Di Mezzo – Food Experience, Lago di Garda Brescia Franciacorta, CHIC – Charming Italian Chef, Compagnia Gelatieri, FEDERAZIONE ITALIANA CUOCHI, Gelatieri per il Gelato, Imprendisud, JRE-Italia Le Soste di Ulisse, Ristoratori Uniti.